Un muro come base per l'arte
Il Murales "I migranti"
Enrico Guerrini nasce a Firenze il 16 febbraio 1977 ed e' attratto da tutte le espressioni artistiche dal fumetto al graffito. Espone regolarmente in mostre personali che vanno dall’illustrazione della Divina Commedia a esposizioni di ricerca pura.
Ha illustrato in una serie di mostre ad Empoli alcune opere teatrali di Ferruccio Busoni e allestito altre mostre organizzate da Giancarlo Marini su vari temi e importanti personalità del novecento da citare quelle sui cantautori De Andrè e Piero Ciampi sul jazzista Luca Flores e una illustrazione pittorica della Divina Commedia di Dante Alighieri che esplora tutte e tre le cantiche del poema Inferno, Purgatorio e Paradiso.
E’ un appassionato di musica classica e questo lo ha portato a collaborare al progetto Dipingendo Bach con il violoncellista Luca Provenzani. Collabora anche con il poeta Roberto Mosi e con alcune associazioni teatrali fiorentine come scenografo. Nel 2016 comincia delle esposizioni sulla Divina Commedia alla Casa di Dante in cui ogni anno propone una cantica diversa. Nel maggio 2017 organizza la mostra "i miei primi quarant'anni" e nel giugno dello stesso anno realizza il murales della scrittura nello spazio delle Muratine a Pontassieve
Commento di Enrico Guerrini sul suo lavoro:
Il murales mi e' stato commisionato dalla Misericordia di Bagno a Ripoli ed è diviso in due pannelli uniti idealmente dal simbolo dell'arcobaleno.
Guardando il murales partendo da destra vediamo la rappresentazione in chiave un po' anni 60,in uno stile flower power ispirato alla grafica anni 60, della giustizia con la sua bilancia simbolica con angeli senza sesso che si trasformano in colombe simbolo della pace. L'occhio centrale vorrebbe rappresentare un idea di ordine religioso superiore un'entita' astratta che ci guarda e che dovrebbe ispirarci uguaglianza e tolleranza verso tutte le diversità.
L'altro pannello è stato per me il più impegnativo dato che dovevo rappresentare le diversita' di orientamenti sessuali LGBTQ plus. Ho preso ispirazione dalla natura rappresentando un albero dove da un tronco comune si sviluppano vari rami che terminano ognuno con un simbolo sessuale diverso riprendendo i colori dell'arcobaleno. Questo per far capire nel modo più chiaro possibile che la croce rossa opera per il benessere di tutti senza distinzione di razza di sesso e di religione.